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Per un turismo più consapevole a Venezia
Il Coronavirus ha inflitto un colpo durissimo a tutte le città d’arte italiane, ma Venezia ha sofferto più di altri luoghi dove il turismo è così centrale.
Molti dimenticano infatti che solo qualche mese prima dello scatenarsi della terribile pandemia Venezia aveva subìto un’alluvione terribile, più grave di quella storica del 1966: il 12 novembre 2019 l’acqua alta aveva toccato i 187 centimetri.
Nel periodo più buio del lockdown la città si era scoperta dolorosamente priva di quei visitatori tanto criticati eppure necessari, ma al tempo stesso bellissima: i canali erano tornati limpidi, gli animali selvatici si erano riaffacciati sulle isole e il silenzio della laguna, senza grandi navi a solcarla, aveva lenito le ferite dei veneziani.
Ripartire dai giorni del lockdown
Potrà sembrare assurdo, ma oggi che il Covid-19 sta finalmente allentando la sua morsa, proprio quelle piccole conquiste di pace e bellezza fatte durante i primi terribili mesi di chiusura sono considerate un bene al quale non si può più rinunciare.
Pur nella consapevolezza della propria importanza culturale, economica, turistica (e forse proprio per questo!), Venezia vuole ripartire con un altro passo: meno viaggiatori, più centralità e valore ai suoi inestimabili tesori storico-artistici.
La verità sul numero chiuso
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, aveva annunciato l’intenzione di passare a un controllo degli ingressi in laguna ben prima dell’esplosione del Covid: nel 2019 si era iniziato a parlare di numero chiuso per i turisti.
Un modo per scoraggiare i viaggiatori mordi e fuggi, che a Venezia non spendono e di conseguenza non fanno bene al bilancio cittadino ma, in compenso, contribuiscono alla sensazione di caos dell’alta stagione.
La misura era stata inizialmente solo annunciata, ma oggi sappiamo che entrerà in vigore nel 2022: sicuramente un tempismo che permetterà agli operatori del settore turismo di rifiatare dopo i rigori delle restrizioni sanitarie, ma che una volta a regime dovrebbe permettere anche a tantissimi italiani di tornare a Venezia senza paura di rimanere travolti da milioni di persone in giro per le calli.
La questione grandi navi
Pure particolarmente urgente è la soluzione della vicenda dei traghetti di passaggio fra palazzi storici e canali delicatissimi: fino a qualche mese fa sembrava che i ”mostri del mare”, così impattanti sull’ambiente, fossero stati banditi da Venezia, ma non c’è stata ancora ufficialità.
In compenso l’Unesco, che ha attribuito alla città lagunare lo status di patrimonio dell’umanità, guarda con preoccupazione a quei transatlantici che ancora oggi indisturbati passano da queste parti, e minaccia l’inserimento in una lista nera che sarebbe catastrofica: allontanerebbe viaggiatori e investitori.
Perché questo sito?
Questo lungo preambolo serve a parlarvi delle motivazioni che ci hanno portato ad aprire questo sito: Venezia può rinascere, ripopolarsi e tornare a splendere come un tempo, ma solo se lo vogliamo.
Qui vogliamo raccogliere idee e provocazioni per un turismo più consapevole. Seguiteci e, se vi va, contattateci con le vostre opinioni!
Riscoprire Venezia… a piedi
Venezia è una città obiettivamente faticosa per i pedoni: infiniti saliscendi, pavimenti antichissimi e per questo sconnessi, impossibilità di muoversi con il mezzo privato, e un sistema del trasporto pubblico costretto a sfruttare i canali più larghi e navigabili, lasciando scoperte tante aree interessanti della laguna.
Eppure in questi limiti c’è del potenziale incredibile: proprio lì dove si fa fatica ad arrivare è la Venezia più autentica e tutta da scoprire, e in questo articolo di approfondimento vogliamo parlarvi di alcuni percorsi da fare in città per tornare a casa arricchiti e sentendovi dei veri esploratori.
La Venezia degli squeri
In città, particolarmente nella zona di Dorsoduro, è ancora oggi possibile vedere e fotografare quelli che sono dei cantieri per la costruzione di barche e – soprattutto – gondole. Sono gli squeri.
Si dirà: ma Dorsoduro è la zona più turistica di Venezia! Eppure basta camminare lontano dai flussi turistici più imponenti per trovare questi angoli nascosti dove si lavora agli scafi ancora come una volta, e che nonostante l’avanzare delle tecnologie continuano a esistere indisturbati fra palazzi antichi e hotel di lusso.
Lo squero più famoso è il Tramontin, in Sestiere Dorsoduro 1542, ma per chi fosse appassionato di artigianato sui generis ce ne sono diversi anche nelle isole minori della laguna.
Il Ghetto ebraico da riscoprire
Chi arriva a Venezia in treno tende a saltare la visita al sestiere Cannaregio, attirato com’è da zone più centrali della città e dai suoi indimenticabili monumenti.
È un errore clamoroso, perché nonostante la vicinanza alla stazione ferroviaria, Cannaregio è un’area ancora piuttosto autentica, che cela scorci di inaspettata bellezza ed è la casa del primo ghetto al mondo – o almeno così dicono i veneziani!
Costruito nel 1516, il ghetto ospita cinque sinagoghe e una scuola ebraica ed è stato abitato continuativamente per oltre cinque secoli, fino alla promulgazione delle leggi razziali del 1938: dei deportati nei campi di concentramento solo 8 persone fecero ritorno, e oggi l’area è abitata da 500 membri della comunità. Ci si perde volentieri in questo dedalo di calli, dove la storia è davvero a ogni passo: qui si possono cercare le tracce dell’antica storia del ghetto, come i cardini dei cancelli che un tempo impedivano agli abitanti di allontanarsi.
Le isole sconosciute di Venezia
Burano, Murano, la Giudecca, San Michele: sono le isole di Venezia che tutti conoscono e tutti si precipitano a visitare, trascurando invece altre perle sparse per la laguna.
Infatti non tutti sanno che nel complesso ci sono 62 isole che fanno parte del comune di Venezia. È significativo – in senso negativo – che pochissimi non veneziani conoscano questo dato, e che pochissimi visitatori siano incuriositi da tanta ricchezza. Il paradosso che si viene a creare è che per una piazza San Marco sempre affollata di curiosi ci sono isole come Torcello, dove il vaporetto sbarca poche decine di visitatori al giorno… e parliamo di una delle isole ”sconosciute” più visitate!
L’altra Venezia
Ecco allora che in questa sezione vogliamo anche consigliarvi quali isole cercare di visitare durante la vostra permanenza, sfruttando il network dei mezzi pubblici oppure aggregandovi a delle visite guidate appositamente organizzate.
Pellestrina, storia incantevole
Pare che l’idea del Mose per proteggere la laguna dall’acqua alta sia nata secoli fa a Pellestrina, dove i Murazzi svolgono la stessa funzione. Bisognerà andare a visitarli di persona per rendersene conto! Sull’isola abitano ben 5000 persone, eppure è pressoché ignorata dai turisti. Vanta case coloratissime come Burano e una riserva naturale pregevole, Cà Roman, aperta al pubblico a luglio e agosto e che ospita molte specie volatili protette.
Sant’Erasmo
Anche quest’isola è abitata, anche se da un numero esiguo di persone rispetto a Pellestrina, e la sua particolarità è che ci si muove attraverso di essa solo in Apecar. Qui si trova la spiaggia del Bacan, molto frequentata in estate dai local che vogliono concedersi una giornata al mare. Un posticino nascosto per chi conosce solo il Lido di Venezia!
Come viaggiare verso Venezia
Il vantaggio di Venezia (il suo sviluppo geografico unico al mondo) rappresenta anche il più grande ostacolo per i visitatori: non si può arrivare in laguna con auto o moto!
Ciò ha preservato la città da degrado e inquinamento, ma al tempo stesso ha creato qualche complicazione per chi voglia muoversi verso queste zone. Qui diamo conto di alcune delle opzioni possibili.
Per chi viaggia in auto
Fra aeroporto, porto vero e proprio e area di Venezia Mestre esistono ben 23 parcheggi custoditi dove lasciare l’auto, sia essa di proprietà che a noleggio, per proseguire verso Venezia vera e propria. Aderendo a dei pacchetti le tariffe per il posteggio sono concorrenziali, quindi suggeriamo di approfittarne.
Per gli amanti del treno
Il treno rimane il mezzo preferito per visitare Venezia: per iniziare, attraversare la laguna arrivando a Santa Lucia è fortemente suggestivo e, cosa non secondaria, i prezzi dei biglietti sono assolutamente abbordabili, anche in caso di acquisto dell’ultimo momento. Basta organizzarsi per tempo per trovare sconti e offerte veramente molto interessanti.
Venezia in aereo
Per chi si muove dal nord Italia verso Venezia un viaggio in aereo potrebbe non avere senso, ma chi vive al sud potrebbe volerne approfittare: con percorrenze inferiori alle due ore, si risparmia tempo e fatica!
Come muoversi dentro Venezia
Per i non veneziani la Serenissima è sinonimo di ACTV, l’azienda per il trasporto pubblico via acqua che è composta non solo dai celebri vaporetti, ma anche da traghetti, battelli foranei o motonavi. La maniera più comoda di circolare sfruttando questa rete di mezzi è comprare un city pass (ne esistono di vari tipi).
Non che siano le uniche barche in acqua: ci sono anche i taxi d’acqua e le gondole, ma vanno bene solo per chi ha tasche davvero profonde!
Non solo acqua…
In realtà Venezia non si gira solo via calli e canali: da pochissimo è stato autorizzato l’uso dei monopattini elettrici in sharing, anche se solo e in via sperimentale sulla terraferma e al Lido di Venezia.
Rimangono, invece, vietate le biciclette, anche se condotte a mano: non fate l’errore di portarne una con voi per visitare la laguna, perché dovrete lasciarle obbligatoriamente nel parcheggio antistante la stazione ferroviaria. In compenso si può sfruttare la motonave per il Lido per andare in bicicletta almeno lì, dove è consentito!
Moto e motorini? Non pensateci nemmeno
Se pensate di aver trovato una scappatoia e di poter girare Venezia su una due ruote di altro tipo, rassegnatevi: se ha un motore e circola via terra, non è ammesso in laguna!
L’offerta alberghiera a Venezia
Come Firenze o Roma, la maggior parte del PIL di Venezia proviene dalla presenza turistica, quindi non deve stupire che gli alloggi a disposizione per i viaggiatori siano numerosi e molto vari: si va dalle ”antiche” pensioni agli alberghi di lusso, passando per onesti hotel a 3 stelle.
Nessuna zona della Serenissima è sprovvista di alloggi, che si trovano anche su isole meno battute dai visitatori come Torcello! C’è, insomma, l’imbarazzo della scelta.
Come prenotare un alloggio a Venezia
Per chi sta progettando un periodo in laguna, va innanzitutto stilata una lista, o meglio ancora un diagramma di Venn. In esso andrà risposto il più onestamente possibile a queste domande:
- Il soggiorno è lungo o breve?
- Fra quanto tempo viaggerete?
- Si vuole dormire in centro o in una zona più defilata?
- Che tipo di budget si ha a disposizione?
- Avete delle richieste particolari? Un esempio: cliente con difficoltà di deambulazione.
Perché questa risposta? Una persona con deficit motorio, per esempio, dovrà tenere presente che quasi nessun palazzo del centro di Venezia è dotato di ascensore, quindi una casa vacanze o un bed & breakfast non potranno essere consigliati. In compenso gli alberghi di livello superiore non avranno questo problema: dunque, per ogni risposta il quadro diventerà via via più chiaro.
Iscriversi a un portale di prenotazioni online (o a più di uno!) vi permetterà di trovare le strutture interessanti su una mappa interattiva, nonché di accedere a offerte speciali: non preoccupatevi, l’iscrizione è gratuita e si paga una commissione solo all’atto dell’effettiva prenotazione.
Infine, un altro trucco: meglio i viaggi programmati che quelli dell’ultimo momento. Organizzando almeno sei mesi prima, il risparmio è assicurato!
Case vacanze: sì o no?
Appartamenti turistici, case vacanze e bed & breakfast hanno cambiato il volto di tutte le città del mondo, non solo di Venezia.
In alcune metropoli del mondo piattaforme come Airbnb sono state addirittura vietate (Tokyo è un esempio molto visibile) perché l’iscrizione a questi portali di un numero via via sempre più grande di proprietà gonfia il mercato immobiliare, rendendo impossibile l’acquisto di una casa a persone comuni. D’altro canto, questi strumenti hanno permesso a moltissimi di arrotondare gli introiti mensili, o di inventarsi una nuova professione (di solito quella del property manager).
Prenotare il giusto appartamento
È difficile allora dire quale sia l’approccio più etico: fintanto che il nostro governo non si esprimerà in materia, meglio prenotare solo in alberghi tradizionali? Oppure sostenere l’economia di ”pesci piccoli” che non sono imprenditori nel campo del turismo?
Un buon approccio può essere quello di fare ricerca sull’appartamento che eventualmente si vuole fermare per il proprio viaggio: alcuni sembrano gestiti da privati, ma alle loro spalle si celano grandi aziende. Dunque se proprio si vuole sostenere la sharing economy, così come è stata chiamata, meglio farlo solo con i veri pesci piccoli.
Per proposte, commenti ma anche semplicemente per richiedere informazioni, usate il form in questa pagina!